Descrizione
“Ricordare la Resistenza non è solo un dovere, è un impegno attuale: significa credere nella forza della partecipazione e avere il coraggio, anche oggi, di difendere ciò che è giusto, anche quando costa fatica o espone al dissenso. Oggi siamo qui non solo per onorare il passato, ma per prenderci cura del presente. Perché la libertà è una responsabilità condivisa”.
Con queste parole il sindaco di Sarnico Vigilio Arcangeli ha ricordato questa mattina l’80º anniversario della Liberazione, rivolgendosi ai numerosi cittadini riuniti in Piazza Umberto I.
La cerimonia è stata aperta da Luigi Picco, in rappresentanza del Gruppo Alpini di Sarnico, e ha visto la partecipazione degli assessori Mauro Demarchi, Mauro Cadei e Lorenzo Bellini, del consigliere provinciale Francesco Micheli, dei rappresentanti di Avis, Aido, Croce Blu Basso Sebino, Associazione Arma Aeronautica sezione di Sarnico e altre associazioni del territorio.
Una piazza molto partecipata, dove sono riecheggiate le note dell’Inno di Mameli e di Bella ciao, eseguite dal corpo musicale cittadino davanti al monumento ai caduti.
Il corteo è poi proseguito verso piazzetta Freti, per un momento di raccoglimento e commemorazione in musica del partigiano caduto Giovanni Freti.
Il discorso del sindaco Vigilio Arcangeli
"Cari concittadini e concittadine,
oggi siamo chiamati a celebrare l'80° anniversario della Liberazione.
Il 25 aprile rappresenta una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica: la fine della Seconda guerra mondiale, la riconquistata indipendenza, la democrazia, la libertà.
Una libertà non per pochi, ma per tutti. Sono questi i valori universali che devono appartenere a ciascuno di noi, indistintamente.
Oggi i nostri caduti ci chiedono di ricordare il sacrificio compiuto per difendere la libertà, un sacrificio che è nostro dovere onorare: quello dei cittadini oppressi dalle leggi marziali, dei partigiani che hanno perso la vita combattendo per la libertà, delle migliaia di persone deportate nei campi di concentramento, delle migliaia di vite spezzate dal conflitto, di tutti coloro che hanno sofferto e lottato per donarci un futuro di pace.
Oltre a ricordare il 25 aprile, ci viene chiesto di non dimenticare ciò che ha generato questa data.
Dobbiamo considerare che tutti i Paesi del mondo hanno vissuto le grandi guerre e ne hanno conosciuto le conseguenze. Eppure, ancora oggi, vi sono nazioni dove sembrano prevalere l'indifferenza, l'egoismo, la violenza, la brama di potere. Tutto questo ha portato a guerre vicine anche a casa nostra, con il rischio che esse alimentino odio e vendetta.
Per questo, oggi più che mai, siamo chiamati a proteggere i valori della democrazia e della libertà.
Il 25 aprile ci ricorda inoltre quel movimento di persone e di idee da cui sono poi nate le nostre istituzioni, quelle stesse istituzioni che oggi garantiscono la convivenza nella democrazia e nella libertà, nel rispetto del pluralismo delle opinioni e delle differenze.
Questo è ciò che loro ci stanno insegnando, a noi, ai nostri figli e ai nostri nipoti, portare avanti i valori della trasparenza, del rispetto, della libertà, della democrazia.
Non dobbiamo aver paura: quando una cosa è giusta, deve essere difesa. Questo può portare dissenso, ma l'importante è che il dissenso sia sempre rispettoso.
Un grazie a tutti coloro che hanno organizzato questo evento, e un grazie sincero alla vostra presenza, che non voglio sia solo fisica, ma anche di cuore, unita a un messaggio concreto: quello di portare avanti questi valori, che possono tenere lontani gli errori del passato. Grazie".
La preghiera del parroco don Vittorio Rota
Il parroco don Vittorio Rota ha letto la lettere che il cardinal Bagnasco ha scritto per l’occasione quando era ordinario militare. “La usiamo davvero per fare nostri i sentimenti espressi dal signor Sindaco e per fare memoria dei doni che oggi godiamo".
"Signore Gesù preghiamo per i nostri militari caduti nell’adempimento dei loro doveri nei cieli, terra e sui mari. Ti ringraziamo per tutti coloro che hanno lottato, sofferto e donato la propria vita perché il nostro paese tornasse libero e capace di autodeterminarsi nella costruzione del bene comune. Per il loro supremo sacrificio per la fede la speranza e l’amore che li animarono nel servire la patria, dona a loro la vita eterna a noi il conforto, all’Italia e al mondo la prosperità e la pace. Fa o signore della vita che il nostro popolo non dimentichi il loro esempio, accolga la loro testimonianza e sia sempre degno del loro sacrificio, nella fedeltà alle nobili tradizioni e nell’amore ai valori umani e cristiani della nostra storia. Amen”
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Ultimo aggiornamento: 26 aprile 2025, 10:04